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(Prima parte)

Come sicuramente sanno gli studenti universitari, all’interno delle facoltà oltre ai corsi canonici impartiti seguendo le direttive ministeriali, è possibile fare molte altre esperienze e/o corsi che spesso nulla hanno a che fare con il proprio cursus studiorum, ma che magari stimolano la curiosità. Alcune esperienze vengono proposte da enti o associazioni esterne all’università e si trovano pubblicizzate su appositi manifestini affissi assieme alle centinaia di richieste e offerte fatte da. per e tra gli studenti che tappezzano, o almeno tappezzavano, le pareti delle aree comuni della facoltà. Poi c’erano corsi offerti dall’Università stessa ai quali si poteva accedere con una spesa minima. Io mi iscrissi al corso di arabo elementare tenuto all’interno del centro linguistico di ateneo, spinto da una grossa curiosità per questa lingua e per la capacità dei suoi utilizzatori di trasformare, a causa del divieto religioso di ritrarre volti e corpi, i caratteri e i testi in veri e propri capolavori della decorazione, utilizzati soprattutto nei luoghi di culto. Da questi seppure scarni studi è nato questo articolo. (p.s. voglio ricordare che mentre la scrittura dei caratteri arabi procede da destra verso sinistra la scrittura delle cifre va in senso contrario)

Mohammed Essad Bey alias Lev Nussimbaum alias Kurban Said…

Sulla vita e sulle opere di questo personaggio decisamente misterioso sono stati versati, come si suol dire, fiumi di inchiostro. Dopo aver letto della sua storia, raccontata da molti autori, le certezze sono veramente poche.
Una di queste dovrebbe essere la data di nascita, 1905, l’altra è la data di morte ed il luogo di sepoltura: il 27 agosto 1942 a Positano.

La stele in marmo culminante con un turbante, che tutti i frequentatori del cimitero di Positano conoscono, fu fatta realizzare presso un marmista di Sorrento e pagata da un tal Giamil Vacca Mazara il quale aveva provveduto a spedire per posta il testo da far incidere al dottore Fiorentino, medico curante di Essad Bey a Positano, il quale, evidentemente, si sarebbe occupato della gestione della sepoltura.

Giamil Vacca scrive nella missiva: “Sperando (che lo scalpellino n.d.a.) sia ben capace di riprodurla fedelmente (Grandezza naturale)

Il testo inciso sula stele termina con la scritta in caratteri misti:

Mohammed Essad Bey

١٩٦١ 1942

La mia attenzione si è concentrata sulle date ١٩٦١, 1942. La seconda è certamente la data della morte; la prima potrebbe essere o la data di nascita, che sappiamo essere 1905, o la data di morte, scritte utilizzando l’alfabeto arabo.

La “traduzione” di ١٩٦١ con i “nostri” caratteri (non posso dire in numeri arabi altrimenti si creerebbe confusione) è 1961, come risulta facile verificare cosultando una semplice tabella.

Se invece si prendesse in considerazione il calendario islamico l’anno ١٩٦١(trascr. 1961) corrisponderebbe addirittura al nostro 2524.

È escluso che ١٩٦١ possa indicare la data di nascita di Essad bey, 1905, che avrebbe grafia ١٩٠٥ utilizzando il nostro calendario, che diventerebbe, secondo il calendario islamico il ١٣٢٣(trascr. 1323).

Nessuna delle interpretazioni ha un senso.

Cosa è successo?

Il lapicida ha sbagliato a riportare la data!

O forse no.

Fine prima parte